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San Pio da Pietrelcina
«Un uomo semplice, un "povero Frate", come diceva lui, al quale Dio ha affidato il perenne messaggio del Suo Amore crocifisso per l’intera umanità» (Benedetto XVI).  
 
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Papa Benedetto XVI definì «Padre Pio, un uomo semplice, un "povero Frate", come diceva lui, al quale Dio ha affidato il perenne messaggio del suo Amore crocifisso per l’intera umanità.»1  

La vita

 
San Pio da Pietrelcina, che noi tutti continuiamo a chiamare semplicemente Padre Pio (1887-1968), è certamente uno dei più grandi santi della storia cristiana. Ancora oggi è un riferimento sicuro per il cammino di fede di una innumerevole schiera di fedeli cristiani. La sua vita ed i suoi carismi sono così grandi che difficilmente possono essere racchiusi in un libro ... che dire poi di un articolo breve su internet! Consapevole di questo limite invalicabile, desidero comunque scrivere di lui, per accendere in chi legge il desiderio di conoscerlo più a fondo per essere illuminato dalla sua figura sacerdotale e profetica.  
 
Padre Pio nacque col nome di Francesco Forgione a Pietrelcina (Benevento) il 25 maggio 1887. Crebbe in un ambiente contadino, accompagnato dalla fede semplice e profonda della madre, dedicandosi al lavoro per aiutare la famiglia fin dalla tenera età. Dall'incontro con un frate nacque in lui il desiderio di diventare sacerdote. All'età di 14 anni venne respinta in un primo tempo la sua richiesta di entrare in convento, accolta poi nel corso dello stesso anno. Già a 15 anni ebbe le prime visioni soprannaturali che gli preannunciarono le sue lotte col demonio e la predilezione del cielo, quindi vestì l'abito dei frati cappuccini col nome di fra Pio.  
 
Padre Agostino, che gli insegnò teologia, scrisse di lui: «Era buono, obbediente, studioso, sebbene malaticcio...». Iniziò infatti a soffrire di male al torace, alla testa, bronchite asmatica, calcolosi renale con frequenti coliche, gastrite cronica con ulcera, infiammazioni dell'occhio, del naso, dell'orecchio e della gola, rinite e otite croniche e inappetenza. Negli anni della sua vita fu operato per un'ernia inguinale, per una grossa cisti sul collo, per un epitelioma su un orecchio, fu colpito da una grave "pleurite essudativa" ed infine, in vecchiaia fu tormentato dall'artrite e dall'artrosi.  
 
Nel 1910 fu ordinato sacerdote, in anticipo sulle disposizioni del diritto canonico che prevede l'età minima di 24 anni, grazie ad una deroga decisa dal suo vescovo. Da quell'anno iniziarono a manifestarsi sulle sue mani i segni delle stimmate, da lui nascoste per vergogna, ma rivelate per obbedienza al suo padre spirituale. Mentre lo accompagnava la salute malferma, che lo costrinse a frequenti ritorni a casa, ottenne da Dio la scomparsa delle stimmate, ma non il dolore acutissimo che le accompagnava. Allo stesso modo, settimanalmente, percepiva il dolore della coronazione di spine e della flagellazione, a immagine di Gesù.  
 
Dal 1916 venne trasferito nel convento di San Giovanni Rotondo, dove visse per tutto il resto della sua vita. Nel 1918 ebbe una visione durante la quale venne trafitto da una lancia che gli lasciò una ferita permanente. Gli ritornarono, visibili, i segni delle stimmate che lo accompagnarono per cinquant'anni, fino alla sua morte. Iniziarono a manifestarsi anche gli altri segni, quali l'emanazione di un acuto profumo di fiori, e le conversioni e guarigioni ottenute dalla sua intercessione, mentre la sua fama di santità si diffondeva sempre più, insieme con i pellegrinaggi da ogni parte del mondo di persone mosse dal desiderio di ricevere una qualche grazia.  
 
Si susseguirono visite mediche e indagini promosse dai suoi superiori dell'ordine, il padre generale e il padre provinciale. Nel 1920 padre Agostino Gemelli, senza un ufficiale mandato della Santa Sede, si recò a San Giovanni Rotondo per sottoporre ad esame Padre Pio, ricevendone un rifiuto. Il santo richiese le prove di un mandato esplicito da parte del Sant'Uffizio; non avendole ricevute, rifiutò di sottoporsi all'esame di padre Gemelli. Irritato, padre Gemelli scrisse un rapporto molto critico su padre Pio, utilizzando al suo riguardo i termini di "isterico", "imbroglione" e "psicopatico", accusando il frate di procurarsi da sé le lesioni e affermando la presenza di una patologia di origine isterica.  
 
Questo rapporto condizionò il giudizio del Sant'Uffizio il quale, il 31 maggio 1923 decretò la condanna di Padre Pio, motivando che "non consta la soprannaturalità" dei fatti a lui collegati e vietando i pellegrinaggi. Ancora più dolorosa per padre Pio risultò il divieto di celebrare la Santa Messa in pubblico e l'esercizio della Confessione.  
 
Tali restrizioni durarono fino al 1933, quando furono revocate dal Papa Pio XI, in occasione dell'Anno Santo. L'esercizio del ministero nel confessionale fu il tratto più caratteristico di padre Pio, che vi trascorreva tantissime ore della sua giornata. Queste le parole di Papa Benedetto XVI al riguardo: [...] «è proprio il ministero di confessore a costituire il maggior titolo di gloria e il tratto distintivo di questo santo Cappuccino.» 2  
 
Nel 1940 iniziò la costruzione dell'ospedale "Casa Sollievo della Sofferenza" voluto dal santo frate.  
«Chi poteva umanamente pensare che accanto al piccolo convento di San Giovanni Rotondo sarebbe sorto uno degli Ospedali più grandi e più moderni del Meridione d’Italia? Chi, se non l’uomo di Dio, che guarda la realtà con gli occhi della fede e con una grande speranza, perché sa che a Dio nulla è impossibile?»1  
 
Sulla base di ulteriori indagini e di informazioni raccolte, Papa Giovanni XXIII si convinse che ci fossero rapporti intimi fra padre Pio e tre donne che rendevano un servizio presso di lui. La testimonianza dell'arcivescovo di Manfredonia mons. Andrea Cesarano, buon conoscitore del frate, fece riconsiderare al Santo Padre i giudizi da lui maturati. Anche il papa Paolo VI ribadì ufficialmente, tramite il cardinale Ottaviani, la piena libertà di azione assicurata a padre Pio nell'esercizio del suo ministero e gli fu concesso altresì l'indulto per continuare a celebrare secondo il vetus ordo, la Santa Messa secondo il rito di San Pio V.  
 
Padre Pio morì a San Giovanni Rotondo il 23 settembre 1968, all'età di 81 anni. E' venerato come santo dalla Chiesa Cattolica, proclamato tale il 16 giugno 2002 in piazza San Pietro da Giovanni Paolo II, e se ne celebra la memoria liturgica il 23 settembre, anniversario della morte.  
 
Dal 2010 la sua salma è stata trasportata nella cripta della nuova chiesa a lui intitolata, progettata dall'architetto Renzo Piano, decorata con i mosaici del sacerdote gesuita Rupnik.  
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Padre Pio durante la celebrazione della Santa Messa

I segni soprannaturali

 
Si è detto circa le stimmate e gli altri segni della passione di Gesù, nonché del profumo di fiori che accompagnava il santo. A questi segni straordinari se ne accompagnavano moltissimi altri, come il dono della bilocazione, la profezia, la capacità di leggere l'anima delle persone che si accostavano a lui nel confessionale. Forte di questa conoscenza previa, il frate talvolta cacciava dal confessionale i fedeli non mossi da autentico pentimento. Burbero e scostante con talune anime meritevoli di correzione, sapeva essere delicato, persino "materno" con quelle ferite e umiliate.  
 
Per la canonizzazione il miracolo certificato è stato quello della guarigione del piccolo Matteo Colella, di 7 anni, affetto da meningite batterica fulminante. Dopo essere uscito dal coma, riferì di essere stato "in compagnia di un vecchio signore con la barba bianca vestito da frate".  
 
Nonostante Padre Pio non si fosse mosso dal convento dal 1918 in poi, fu spesso protagonista di fenomeni di bilocazione; ci sono testimonianze numerose di persone che affermano di averlo visto o incontrato in diversi luoghi, anche molto distanti da San Giovanni Rotondo. Luigi Orione, il 17 maggio 1925, lo vide in piazza San Pietro in occasione della canonizzazione di Santa Teresa di Lisieux.  
 
Un altro fenomeno misterioso collegato con la vita di padre Pio è rappresentato dalle febbri con temperature altissime, fin oltre i 48° che, in casi normali, condurrebbero un paziente alla morte e che invece nel suo caso scomparivano senza lasciare conseguenze.  
 
E' nota la guerra che, durante tutto il corso della sua vita, padre Pio dovette combattere col demonio, dal quale ricevette sovente anche percosse. Il nemico lo visitava spesso di notte, assumendo le sembianze di donne avvenenti o di animali o di oscuri personaggi che lo insultavano e picchiavano dolorosamente.  
 
Dio non gli faceva mancare anche delle grandi consolazioni, con estasi e apparizioni di Gesù e della Madonna, con visite visibili e assistenza da parte del suo angelo custode o di santi, come San Francesco.  
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La salma di Padre Pio esposta ©1

La Santa Messa alla scuola di Padre Pio

 
«Chi non restava colpito dal fervore con cui egli riviveva la Passione di Cristo in ogni celebrazione eucaristica?» 2  
San Pio viveva la Santa Messa con profondità di coscienza e con una totale immedesimazione al mistero di Gesù sulla croce. In tal modo anche i fedeli che vi assistevano erano aiutati ad entrare in modo meno distratto a queste vere anticipazioni della liturgia celeste.  
 
A diverse persone ha affidato i suoi insegnamenti sulla Santa Messa, alzando il velo su questo legame di comunione totale che viveva lui durante la celebrazione.  
 
Fino all'Offertorio, diceva, dobbiamo fare compagnia a Gesù nell'orto del Getsemani. All'Offertorio giunge l'ora dell'arresto di Gesù. Con la preghiera eucaristica accompagnamo misticamente Gesù alla sua flagellazione, coronazione di spine e via Crucis.  
 
Durante la preghiera eucaristica, consigliava Padre Pio, è il momento di elevare al Padre le nostre preghiere di intercessione.  
 
La Consacrazione rappresenta la crocifissione : Gesù dona il suo Corpo e suo Sangue.  
 
Lo spezzare l'Ostia rappresenta il momento della morte di Gesù in croce.  
 
La dossologia alla fine della preghiera eucaristica è trinitaria: è rivolta al Padre in forma indicativa (a Te, Dio Padre...), per il Figlio, ponendo così in rilievo la sua incessante mediazione sacerdotale (per Cristo, con Cristo e in Cristo), nello Spirito Santo e con sottolineatura dell'opera di unità che Egli compie in seno alla Trinità e nella Chiesa (nell'unità dello Spirito Santo). Qui misteriosamente avviene la consegna di Gesù al Padre ("Padre, nelle tue mani affido il mio spirito"). Poiché il Padre accoglie questa offerta del Figlio, da quel momento noi siamo nuovamente uniti al Padre e possiamo recitare la preghiera dei figli ("Padre nostro ...").  
 
Il momento in cui il frammento di Ostia viene unito al Sangue rappresenta la Risurrezione: il Sangue nuovamente riunito al Corpo. E' il Cristo vivente che ci viene offerto alla Comunione.  
A chi domandava a padre Pio "come dobbiamo ascoltare la S.Messa?", egli rispose: "Come vi assistettero la Santissima Vergine e le pie donne. Come assistette san Giovanni al sacrificio eucaristico e a quello cruento della croce".  
 
«La vicenda umana e spirituale di Padre Pio insegna che solo un'anima intimamente unita al Crocifisso riesce a trasmettere anche ai lontani la gioia e la ricchezza del Vangelo.» 2  
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Questo sito è molto ricco di materiale informativo sul santo.  

Note

 
1 Benedetto XVI, Discorso ai Partecipanti al Pellegrinaggio delle Opere di San Pio da Pietrelcina, Piazza San Pietro, Roma 14 ottobre 2006.  
 
2 Benedetto XVI, Omelia in occasione della visita a San Giovanni Rotondo, Chiesa San Pio, S.G.R. 21 giugno 2009  
 
 
 
2018-10-17
 
Immagini e Copyrights
1 La salma di Padre Pio esposta ( © Licenza CC BY-SA 3.0)  
 
Nota: Le immagini sono tagliate e ridimensionate solo se consentito dalle norme previste  
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