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La Sacra di San Michele, o Abbazia di San Michele della Chiusa, è un complesso architettonico arroccato sulla vetta del monte Pirchiriano, a circa 960 metri di altitudine. Si trova in val di Susa, poco distante da Torino, sulla via Francigena, quindi è stata nei secoli visitata da moltitudini di pellegrini.
Già in epoca romana fu qui presente un presidio militare, di vedetta presso la via Cozia verso le Gallie. A ricordo di questo passaggio, rimane una lapide, in memoria di una delle famiglie romane che vi abitarono nel I secolo, quella di Surio Clemente.
Il castrum romano fu poi utilizzato dai Longobardi, a guardia delle invasioni dei Franchi, nel contesto delle cosiddette chiuse longobarde, delle quali rimangono alcune vestigia nel sottostante paese di Chiusa di San Michele. Il culto a San Michele Arcangelo, praticato dai Longobardi, si diffuse nel Regno e nell'Impero; si ritiene che tale culto fosse già presente in Val di Susa, a partire dal VI secolo circa, periodo in cui fu presumibilmente eretta, proprio qui, una chiesetta-cappella a lui dedicata.
La costruzione della Sacra, in stile romanico, risale agli anni 983-987 d.C. sotto l'impulso di san Giovanni Vincenzo, arcivescovo di Ravenna, che si ritirò a vita eremitica in un luogo poco distante. Si dice che fu lo stesso Arcangelo Michele ad ordinargli di erigere lì un santuario.
Nel corso dell'XI secolo l'abbazia fu affidata ai Benedettini. Dopo un lento declino, che portò l'abbazia a contare solo 3 monaci, papa Gregorio XV soppresse il monastero ponendo fine alla gestione benedettina.
Fra le tappe del decadimento ricordiamo le distruzioni operate dalle truppe francesi nel 1629 e poi durante l'Assedio di Torino del 1706.
La Sacra rimase abbandonata per quasi due secoli, affidata ai canonici della chiesa di San Lorenzo a Giaveno, fino allo scioglimento decretato da Papa Pio VII (1803) e al successivo ristabilimento (1817) dopo il ritorno del pontefice dalla prigionia francese.
La Sacra di San Michele è retta dai Padri Rosminiani a partire dal 1836, per iniziativa di Papa Gregorio XVI. Le presenze di turisti e pellegrini si aggirano annualmente intorno alle 100.000.
Lo scalone dei Morti
Lo scalone dei Morti, molto ripido, è così chiamato perché anticamente era fiancheggiato da tombe. Al culmine dei 243 gradini scavati nella roccia si trova la porta dello Zodiaco.
La porta dello Zodiaco
La porta dello Zodiaco, ornata da colonne e capitelli, è così chiamata perché presenta gli stipiti decorati con rilievi dei segni zodiacali (sulla destra). Lo stipite sinistro è decorato con le immagini di alcune costellazioni.
La chiesa
La chiesa è in stile romanico, con alcuni inserti gotici di scuola piacentina (decorazione del finestrone dell’abside centrale e due finestre delle navate minori).
Il portale di ingresso presenta due immagini:
in alto un diavolo incatenato e tenuto fermo da una spada
in basso le armi di San Michele.
Sotto il primo pilastro a sinistra della navata centrale affiora la cima del monte Pirchiriano.
Le tre volte a crociera non sono quelle originali, crollate nei secoli passati, bensì risalgono al 1937.
Il fondo della chiesa è chiuso da tre absidi.
In quella centrale c'è una caratteristica finestra romanica, sormontata da una croce greca.
Nella cornice sono scolpiti i profeti maggiori (Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele).
Alla base delle due colonne sono raffigurate le figure della Vergine e dell'Arcangelo Gabriele nella scena dell'Annunciazione.
Ai lati della finestra centrale, sopra le quattro semicolonne, sono scolpiti i quattro evangelisti con i loro simboli (da destra Matteo, Marco, Luca, Giovanni).
Dal primo pilastro di destra della navata centrale si può accedere, scendendo gradini di pietra molto consumati, agli spazi del santuario originario. La cappella più ampia è dedicata a San Giovanni Vincenzo.
Nella parte opposta all'abside si trova un ambiente a pianta irregolare denominato “Coro Vecchio”. È quanto rimane della chiesa di Ugone, luogo in cui abbonda il materiale pittorico di fine ‘400 e inizio ‘500.
Oggi accoglie dieci dei sedici sarcofagi di pietra contenenti le salme dei principi di casa Savoia traslate dal Duomo di Torino il 25 ottobre 1836, quando re Carlo Alberto le consegnò in custodia, con l’intera abbazia, ai religiosi rosminiani.
Vi trovano posto numerosi affreschi di epoca medioevale, alcuni dipinti risalenti ai secoli XIV e XV.
Affreschi, immagini
Il trittico di Defendente Ferrari (1520)
Al centro del trittico, in piedi su un arco di luna, in una mandorla d’oro, circondata da 12 cherubini, la Madonna che allatta il Bambino Gesù.
I pannelli laterali rappresentano l’uno San Michele Arcangelo che sconfigge il demonio, l’altro San Giovanni Vincenzo, che presenta alla Vergine il committente dell’opera Urbano di Miolans, abate commendatario della Sacra dal 1503 al 1522.
Nella predella: la Visitazione di Maria, la Natività del Bambino Gesù e l’Adorazione dei Magi, intervallate dalle figure di quattro profeti.
Il grande affresco dell'Assunzione (1505)
È il più grande affresco che si conserva alla Sacra, dipinto nel 1505 sulla parete sinistra di chi entra in chiesa. È un’opera di grandi dimensioni (6,50 x 4 metri) eseguita in gran parte da Secondo del Bosco di Poirino.
Vi si distinguono tre scene (dal basso verso l'alto): la Sepoltura di Gesù, la dormizione di Maria, la Madonna Assunta.
L'affresco della leggenda
Si trova sulla parete destra del Coro Vecchio. Riassume la storia, mista a leggenda, della fondazione del Santuario.
In alto a destra sono raffigurati San Giovanni Vincenzo che taglia le travi per costruire una chiesetta a San Michele sul monte Caprasio, angeli e colombe che trasportano le travi dal monte Caprasio alla cima del Pirchiriano.
In alto a sinistra il monastero di San Michele già costruito, avvolto da tre fiammate a significare l’angelica apparizione.
Al centro il Vescovo di Torino Amizone che sale da Avigliana e trova la chiesa già consacrata dagli Angeli. In basso a sinistra il corteo di Ugo di Montboissier che da Susa si dirige verso il Pirchiriano per fondarvi il Monastero.
Deposizione di Gesù dalla Croce e predica dei morti (1505-1510)
Sulla parte superiore del pilastro del Coro Vecchio è affrescata la deposizione di Gesù.
Nella parte inferiore la scena curiosa di due scheletri che parlano ad un gruppo di fedeli attraverso due cartigli, uno in latino, che invita alla pietà per i defunti e uno in francese arcaico che esorta i viventi a pregare per i trapassati e a ricordare il comune destino mortale.
Secondo del Bosco di Poirino - la Sepoltura di Gesù, la dormizione di Maria, la Madonna Assunta.
Secondo del Bosco di Poirino - Assunzione della Vergine
Secondo del Bosco di Poirino - Dormizione della Vergine
Secondo del Bosco di Poirino - Sepoltura di Gesù
Leggenda sulla costruzione della Sacra, con l'aiuto degli angeli
A sinistra San Rocco, a destra la Vergine che protegge i fedeli col suo manto
San Sebastiano
Trittico di Defendente Ferrari (1520): San Michele che sconfigge il drago, la Madonna col bambino, San Giovanni Vincenzo presenta il committente, Urbano di Miolans
Particolare del trittico di Defendente Ferrari: la Madonna col bambino
Particolare del trittico di Defendente Ferrari: San Michele sconfigge il diavolo
Particolare del trittico di Defendente Ferrari: San Giovanni Vincenzo presenta il committente, Urbano di Miolans
La Vergine Maria e San Giovanni ai piedi della Croce
Santa Lucia e la Vergine che allatta il bambino Gesù
San Rocco e Santa Lucia
San Giovanni Vincenzo e San Giacomo il maggiore
San Cristoforo
San Michele Arcangelo
La deposizione di Gesù dalla Croce
La predica dei morti
La torre della Bell'Alda
Sul lato settentrionale, isolata dal resto del complesso, svetta la torre della "Bell'Alda", alta circa 20 metri.
Questa torre è oggetto di una leggenda molto nota: una fanciulla (probabilmente vissuta nel XIII - XIV secolo), volendo sfuggire dalla cattura di alcuni soldati di ventura, si ritrovò sulla sommità della torre. Dopo aver pregato, disperata, preferì saltare nel precipizio sottostante, piuttosto che farsi prendere; le vennero in soccorso gli angeli e, miracolosamente, atterrò illesa. La leggenda vuole che, per dimostrare ai suoi compaesani quanto era successo, tentasse nuovamente il volo dalla torre, ma che per la vanità del gesto ne rimase invece uccisa.
San Michele Arcangelo
L'abside della chiesa è orientata verso il punto esatto in cui sorge il sole il giorno della festività di San Michele (29 settembre).
La statua di San Michele Arcangelo che è posta all'esterno della Sacra di San Michele è opera di Paul dë Doss-Moroder ed è alta oltre 5 metri.
L'annuale Via Crucis
Il Venerdì Santo si svolge una Via Crucis molto partecipata, che si snoda da Sant'Ambrogio lungo il sentiero immerso nei boschi, fino alla chiesa, dove si svolge la liturgia tradizionale.
Per approfondire
2024-01-20
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