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Gabriel García Moreno, un Presidente cristiano
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Gabriel García Moreno, un Presidente cristiano

 
Nei trecento anni di lotta aperta scatenata dalla Massoneria alla Chiesa Cattolica si stagliano le figure eroiche di uomini che hanno dato la loro testimonianza difendendo i diritti della Chiesa e il bene del proprio popolo.  
 
Fra questi uomini ha un posto di rilievo Gabriel García Moreno (1821-1875), Presidente dell'Ecuador. Per sintetizzare la sua vita, non ci sono parole migliori di quelle che la Vergine Maria, apparendo proprio in quel Paese, rivolse a Madre Mariana de Jesus Torres oltre due secoli prima di questi avvenimenti, profetizzando:  
«Nel diciannovesimo secolo arriverà un vero presidente cristiano, un uomo di carattere, al quale Dio Nostro Signore darà la palma del martirio nella piazza dove si trova il mio convento; consacrerà la repubblica al Cuore divino del mio amato Figlio e questa consacrazione sosterrà la religione cattolica negli anni successivi che saranno sfortunati per la Chiesa».  
 
Gabriel García nacque il 24 dicembre 1821. Fu la madre ad occuparsi della sua educazione, affrontando anche difficoltà economiche, da quando il padre morì prematuramente. Il ragazzo conseguì con successo la laurea in Giurisprudenza all'Università di Quito e subito iniziò a prendere parte alle vicende politiche del suo Paese.  
 
Nel 1846 sposò Rosa Ascazubi y Mathieu, la quale morì quasi vent’anni dopo, e in seconde nozze, nel 1866, sposò Mariana del Alcazar. Dai due matrimoni ebbe cinque figli, ma sopravvisse loro solo la figlia Maria del Rosario.  
 
Conseguì il titolo di avvocato e divenne consigliere comunale nella capitale dell'Ecuador. Subì un primo esilio in Europa (1849) per aver preso le parti di Vicente Rocafuerte Rodríguez de Bejarano nella lotta per la presidenza dell'Ecuador con Juan José Flores, quest'ultimo sostenuto dal governo spagnolo.  
 
Le leggi promosse dal massone Flores erano nel segno della lotta contro la Chiesa Cattolica, le sue scuole e istituzioni, le sue proprietà, i suoi conventi e le pubblicazioni indipendenti dal governo.  
 
Ritornato in Patria si costituì protettore dei religiosi Gesuiti espulsi dalla Repubblica di Nuova Granada e ottenne per essi, vincendo una forte opposizione, l'accoglienza in Ecuador.  
 
Nel 1853 iniziò a pubblicare il periodico "La Nacion", strumento di informazione avverso al governo di quel tempo e in difesa del suo popolo. Questo giornale non arrivò a pubblicare il suo terzo numero, in quanto il governo lo chiuse d'autorità e mandò per la seconda volta Moreno in esilio. Trascorse a Parigi un periodo di studio, quindi tornò in Patria ma vi trovò un nuovo governo massonico, guidato da José Maria Urbina.  
 
Moreno venne arrestato una prima volta e dovette fuggire in Europa per sfuggire ad un nuovo arresto. Quindi tornò nuovamente in Ecuador, grazie ad una amnistia.  
 
Ricoprì il ruolo di rettore dell'Università centrale di Quito e di senatore, e iniziò la pubblicazione di un nuovo periodico, "L’Unione Nazionale", quale strumento di lotta politica contro il governo, attirandosene l'ostilità.  
 
Seguì un periodo di grandi fratture interne e di guerra civile, nonché di minacce esterne - dal vicino Perù. Moreno si distinse per equilibrio e prese tutte le misure per ricucire le fratture all'interno dell'Ecuador (in seguito alla guerra con il generale Guillermo Franco) e nei confronti del Perù.  
 
Il 10 gennaio 1861 venne eletto presidente dell'Ecuador e diede inizio a numerose riforme, fra le quali la restituzione dei diritti della Chiesa e una radicale ricostruzione del sistema fiscale.  
 
Dovette far fronte a continui attacchi violenti all'integrità del suo Paese e della sua stessa persona e scampò persino ad un tentativo di omicidio durante una missione diplomatica in Cile. Molto grande fu l'opposizione alla firma del concordato con Papa Pio IX (1862).  
 
Nel maggio 1869 venne confermato come Presidente ad interim dalla Convenzione Nazionale. A seguito dell'aggressione al Regno Pontificio (20 settembre 1870, "presa di Porta Pia") Garcìa Moreno, fu l'unico fra tutti i governanti del mondo a rivolgere una protesta al Re d'Italia.  
 
Il Papa Pio IX, in segno di gratitudine, conferì al Presidente dell'Ecuador la decorazione della Prima Classe dell'Ordine di Pio IX (27 marzo 1871).  
 
Il presidente Moreno si adoperò quindi per organizzare la celebrazione pubblica della consacrazione dell'Ecuador al Sacro Cuore di Gesù (25 marzo 1874), e la costruzione della Basilica del Voto Nazionale a Quito.  
 
Il Presidente Moreno era consapevole che la setta segreta aveva già decretato la sua morte; lo testimonia il testo di una lettera da lui scritta al Papa: "Quale ricchezza per me, Santissimo Padre, essere odiato e calunniato per il mio amore per il nostro Divino Redentore! Che felicità, se la vostra benedizione mi procurasse dal Cielo la grazia di versare il mio sangue per Lui, che essendo Dio, fu disposto a versare il Suo sangue per noi sulla Croce!"  
 
"I nemici di Dio e della Chiesa possono uccidermi", disse una volta, "ma Dio non muore" (Dios no muere). Due giorni prima di morire scrisse ad un amico: “Sto per essere assassinato. Sono felice di morire per la santa Fede. “Ci vedremo in paradiso”.  
 
Il presidente Moreno fu assassinato il 6 agosto 1875, durante il suo secondo mandato per mano dei sicari della Massoneria. In suo onore Papa Pio IX ordinò che si celebrasse una solenne Messa da Requiem nella Chiesa di Santa Maria in Trastevere e fece erigere in sua memoria un monumento sul quale campeggia questa scritta:  
 
Religionis integerrimus custos  
Auctor studiorum optimorum  
Obsequentissimus in Petri sedem  
Justitiae cultor; scelerum vindex.
Integerrimo custode della religione  
Autore dei migliori studi  
Obbedientissimo alla cattedra di Pietro  
Cultore della giustizia; vendicatore dei crimini
 
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100 pensieri di Gabriel Garcia Moreno

 
1. Meglio che scrivere la storia è farla.  
 
2. Non è lecito all'uomo che ama la propria Patria e rispetta i doveri che Dio ci ha imposto, preferire le comodità dell'egoismo alle legittime esigenze della Società nella quale siamo nati.  
 
3. Un popolo senza unione è un corpo composto di membra separate, che non può camminare senza dissolversi.  
 
4. L'unione fa di alcuni individui una famiglia; da più famiglie un paese e da più paesi una nazione; forte per non essere diviso, potente per essere forte e coraggioso per essere potente.  
 
5. Il Governo deve essere la Legge in atto, la forza regolatrice della società, la personificazione della Giustizia.  
 
6. Senza un governo vigoroso, il paese sarà costantemente esposto ai perfidi attacchi di coloro che prosperano nel disordine, e marcerà di crisi in crisi finché non perirà divorato dall'anarchia.  
 
7. La Costituzione deve essere il germe di vita della società, la garanzia della sua felicità e della sua esistenza.  
 
8. La Costituzione è per il popolo, e non il popolo per la Costituzione.  
 
9. Il vero ordine risulta dal libero sviluppo della società e dell'individuo, e non dal peso delle catene, dal silenzio del terrore e dall'immobilità della paura.  
 
10. Quando un popolo si risveglia, ogni parola è una speranza, ogni passo una vittoria.  
 
11. La buona fede e la giustizia sono l'unica politica dignitosa, conciliante e sicura.  
 
12. Non esiste civiltà se la società e l'individuo non progrediscono simultaneamente.  
 
13. La pace risulta dalla soddisfazione e dalla tranquillità degli spiriti, e dall'ordine fondato sulla libertà senza restrizioni per tutto e tutti, tranne che per i malvagi e i malfattori.  
 
14. La libertà per gli uomini leali non è un grido di guerra e di sterminio, ma il mezzo più fruttuoso e potente di sviluppo della società e dell'individuo, quando in essi c'è moralità, giustizia nelle leggi e probità nel governo.  
 
15. La giusta repressione dei criminali è la migliore salvaguardia della società.  
 
16. L'impunità per la criminalità è il miglior incentivo per perpetrare nuovi e peggiori attacchi.  
 
17. Possiamo e dobbiamo perdonare le offese personali, ma non possiamo e non dobbiamo dimenticare che risponderemo davanti a Dio e alla società dei crimini commessi a causa della nostra mancanza di rettitudine.  
 
18. Senza rettitudine dei giudici non c'è giustizia, e senza giustizia la società è impossibile.  
 
19. Non c'è libertà dove non c'è giustizia.  
 
20. L'uguaglianza deve essere la soppressione dell'ingiustizia nell'ordine sociale, e non la supremazia del fango e del potere del crimine sulle classi oneste e operose.  
 
21. L'uomo corrotto non potrà mai essere libero.  
 
22. Il progresso è impossibile quando l'intelligenza giace addormentata tra le braccia dell'ignoranza, e quando le dottrine disorganizzatrici allentano i vincoli della moralità e spengono rapidamente la fiaccola luminosa della fede religiosa.  
 
23. L'istruzione pubblica è una condizione essenziale della civiltà e della libertà del Paese.  
 
24. L'istruzione primaria è la prima per importanza perché è rivolta a tutti e serve come preparazione all'istruzione secondaria e superiore.  
 
25. Il lavoro e l'educazione, sostenuti dalla pratica delle virtù cristiane, sottrarranno alla corruzione le vittime che gli agi e la miseria le preparano in ogni società.  
 
26. Senza l'educazione cristiana delle nuove generazioni, la società perirà sommersa dalla barbarie.  
 
27. L'apertura di nuovi e facili mezzi di comunicazione è a mio avviso il primo dei miglioramenti di cui la Repubblica ha bisogno.  
 
28. La democrazia dovrebbe essere per la nazione ciò che la Provvidenza è per il mondo.  
 
29. Le idee non muoiono mai, avanzano con il tempo, si sviluppano con la persecuzione; e più forti e vigorosi, dopo aver superato gli ostacoli, riappaiono e finalmente trionfano.  
 
30. Il popolo tace, lascia che le cose funzionino e ascolta; ma non dimentica né perdona: il suo giudizio e la sua sentenza sono infallibili.  
 
31. L'aritmetica è senza contraddizione la base primordiale della conoscenza esatta, la prima divisione della scala matematica, la scienza più diffusa al mondo e la più necessaria per non perdersi nel labirinto della vita.  
 
32. Il sangue delle vittime che la tirannia sacrifica ha sempre fecondato il campo sacro della libertà.  
 
33. Ogni volta che trovo un uomo onesto, sono più felice che se avessi trovato un tesoro.  
 
34. Non dovrebbe uscire un centesimo dal Tesoro per spese non legali.  
 
35. Giustificare una cattiva azione è come pulire il vetro: si vede più chiaro.  
 
36. Nei momenti di crisi è più facile indicare i rimedi che applicarli.  
 
37. Di solito non mi lamento degli ostacoli, senza i quali non c'è merito né gloria, ma non mi rassegno a lasciare il Paese senza i miglioramenti di cui ha bisogno per mancanza di soldi.  
 
38. Solo i mali irreparabili che ci vengono dalle mani di Dio mi deprimono: quelli che vengono dagli uomini mi irritano e non mi vincono.  
 
39. Nella vita privata così come nella vita pubblica, la peggiore corrispondenza è non averne alcuna.  
 
40. Prepararsi in tempo alla guerra è l'unico modo per evitarla: se ci vedono deboli, ci attaccheranno senza fallo e a tradimento.  
 
41. In aritmetica, non l'eloquenza, ma i numeri; in filosofia e politica non ci sono pettegolezzi, ma ragioni.  
 
42. Il sacerdote insegna la verità, il soldato la conserva, il magistrato la vendica.  
 
43. La libertà è un mezzo indispensabile per raggiungere la felicità, ma non il fine: dopo essere stati liberi, dobbiamo essere veramente repubblicani.  
 
44. L'unica colpa che credo di aver commesso nella mia vita pubblica è quella di aver accettato la presidenza nel 1861, sapendo quanto siano assurde la Costituzione e le leggi che ci avete dato.  
 
45. Solo i codardi preferiscono il tradimento alla guerra, l'intrigo al combattimento e l'infamia al pericolo.  
 
46. ​​​​La mia ambizione è limitata all'essere utile al Paese e preferisco la posizione più umile quando posso servire con qualche beneficio.  
 
47. Il patibolo degli empi sarà la garanzia dell'uomo buono.  
 
48. Coloro che sono sconfitti dal coraggio saranno nuovamente sconfitti dalla misericordia. La generosità proteggerà il pentimento.  
 
49. Il mio carattere mi ha naturalmente spinto ad abbracciare la causa dei deboli e degli innocenti; perché sono indignato dall'oppressione ovunque la guardi, e detesto la barbara durezza di chi è indifferente tra la vittima e il carnefice.  
 
50. Senza moralità, l’ordine non è altro che tregua o fatica, e al di fuori di essa la libertà è inganno e chimera.  
 
51. O saremmo rimasti in silenzio, senza coinvolgerci nella censura, oppure saremmo stati determinati a sostenere con i fatti la sincerità della nostra censura.  
 
52. Quando la forza opprime il presente, la giustizia riserva il futuro.  
 
53. L'indipendenza è la vita di un popolo.  
 
54. La compassione verso i criminali è la più grande crudeltà contro i cittadini onesti e pacifici.  
 
55. La facoltà di perdonare è l'attributo più bello del Potere.  
 
56. L'Ecuador, libero e indipendente, piuttosto che disonorare se stesso, preferirebbe essere sterminato dalla lava devastatrice dei suoi vulcani o sprofondare nelle acque dell'Oceano.  
 
57. Se esco vivo dalla caserma in cui mi ribellerò, ora puoi contare sulla vittoria.  
 
58. Lascerò il mio trono, al termine del periodo costituzionale, con l'onore di aver lavorato instancabilmente per il bene di tutti.  
 
59. Senza la riforma e l’estensione della Pubblica Istruzione, l’Ecuador non raggiungerà mai il livello di prosperità a cui è chiamato.  
 
60. Due obiettivi principali sono quelli che ho avuto in mente nel progetto di Costituzione (quello del 1869): il primo, mettere in armonia le nostre istituzioni politiche con le nostre convinzioni religiose; e il secondo, conferire all’autorità pubblica la forza sufficiente per resistere agli attacchi dell’anarchia.  
 
61. La civiltà moderna, creata dal cattolicesimo, degenera e imbastardisce quando si allontana dai principi cattolici; ed a questa causa è dovuta la progressiva e comune debolezza dei caratteri, che si può chiamare la malattia endemica del secolo.  
 
62. Tra il popolo inginocchiato ai piedi dell'altare del vero Dio e i nemici della religione che professiamo è necessario erigere un muro di difesa.  
 
63. Preferisco la felice tranquillità di una vita indipendente e laboriosa alle agitazioni e alla responsabilità del comando.  
 
64. Corriamo alle armi per difendere l'onore e la nazionalità della Patria. Unione, fermezza e coraggio: questo è ciò che ci chiede.  
 
65. Per mettere l'Esercito in grado di svolgere la sua duplice e gloriosa missione di preservare l'ordine e di difendere l'indipendenza della Patria, è necessario aumentarne le forze, dotarlo di armi moderne e formare un collegio militare.  
 
66. Poiché abbiamo la felicità di essere cattolici, lo siamo con logica e apertura, lo siamo nella nostra vita privata e nella nostra esistenza politica, e confermiamo la verità dei nostri sentimenti e delle nostre parole con la testimonianza pubblica dei nostri lavori.  
 
67. In tante Leggi Fondamentali c'è la solenne dichiarazione della sovranità del popolo; eppure il popolo è... un sovrano coronato di spine, ricoperto di finta porpora, ferito e insultato dai carnefici che lo tormentano.  
 
68. Perché le scuole siano buone, dando garanzie di moralità e di successo degli studenti, è necessario non tralasciare le spese affinché siano quelle che devono essere; ma se devono essere cattive, è meglio non averle, perché la più grande calamità per la Nazione è che i giovani sprechino i loro anni migliori nel pervertirsi negli ozi o nell'acquisire con lavoro sterile nozioni incomplete, inutili o false che sono trasmesse nelle cattive scuole.  
 
69. Non perdete mai di vista, Legislatori, che tutti i nostri piccoli progressi sarebbero effimeri e infruttuosi, se non avessimo fondato l'ordine sociale della nostra Repubblica sulla roccia, sempre combattuta e sempre vittoriosa, della Chiesa Cattolica.  
 
70. In nessuna forma di governo l’istruzione è così importante come in quella democratica; perché, se il popolo è corrotto, la sua sovranità è l'onnipotenza del male, e se è ignorante, la sua libertà è una pericolosa chimera, è la libertà di un cieco che cammina a caso sull'orlo dell'abisso.  
71. Compito dei magistrati è prevenire il delitto piuttosto che punirlo, perché è più facile fermare il braccio che sanare il colpo.  
 
72. Il legislatore e il magistrato non possono fare il male o non fare il bene impunemente; perché il giorno della responsabilità, anche se ci mette un po', finalmente arriva.  
 
73. La disperazione è il più grande dei nemici dell'uomo.  
 
74. Lo scoraggiamento è pericoloso quanto la disperazione e ha il pessimo risultato di togliere gradualmente le forze dell'anima e del corpo, ostacolando le facoltà dell'uno e minando la salute dell'altro.  
 
75. Voglio sempre camminare con un oggetto, conoscere la meta verso la quale mi sto dirigendo, e dopo poco importa che il sentiero che devo percorrere sia disseminato di spine e attraversato da pericoli.  
 
76. Il vero modo di rassegnarsi non consiste nel perdersi d'animo e nell'arrendersi debolmente ai rigori della propria sorte, ma piuttosto nel conservare la serenità del proprio spirito in mezzo alla sofferenza, resistendo coraggiosamente al lavoro senza chinare il capo e porre le proprie speranze più in alto, oltre la vita, non per il consiglio della malinconia, ma per l'impulso della fede.  
 
77. La rettitudine della coscienza è incompleta quando manca la rettitudine delle idee; e questo non esiste, quando illusioni e sofismi prendono il posto della giustizia e dell'esperienza.  
 
78. La codardia si sposa molto bene con la venalità, la paura con il disonore e la paura con la bassezza.  
 
79. In politica e nell'amicizia la menzogna è intollerabile.  
 
80. Un traditore alle proprie spalle ferisce più di cento nemici davanti.  
 
81. Non ho flessibilità, perché nulla è più inflessibile della convinzione e del sentimento del dovere, ai quali mi sono abituato a continuare a sacrificare ogni tipo di interesse, compreso quello della gloria umana.  
 
82. L'incredulità muore prima dell'uomo.  
 
83. Il diritto più alto e prezioso degli ecuadoregni è il diritto alla loro coscienza e alla loro fede religiosa.  
 
84. Il frac nero deve prevalere sul mantello rosso. O la mia testa dovrà essere inchiodata a un palo, oppure l'esercito si rimetterà in ordine.  
 
85. Per il bene del mio Paese sacrificherò anche la mia vita, se necessario; ma non sacrificherò mai la mia dignità e la mia reputazione, senza le quali nessuno può servire utilmente il proprio Paese.  
 
86. La libertà deve consolidarsi nella moralità, ricercando questa religione come garanzia, e clero illuminato e virtuoso come maestro con la parola e con l'esempio.  
 
87. Non è possibile maneggiare la polvere senza sporcarsi le mani.  
 
88. Il mio motto sarà sempre: «Fiat justitia, et ruat coelum».  
 
89. L'integrità senza fermezza è come il colore senza corpo.  
 
90. D'ora in poi, coloro che l'oro corrompe, il piombo sopprimerà; il crimine sarà seguito dalla punizione; Ai pericoli che l'ordine deve affrontare oggi, arriverà la calma che tanto desideri; e se per raggiungere questo obiettivo è necessario sacrificare la mia vita, sono pronto ad immolarmi per il tuo riposo e la tua felicità.  
 
91. Se sono severo, inflessibile con me stesso, è per avere diritto di esserlo con gli altri in materia di giustizia o di utilità generale.  
 
92. Niente è possibile per me a metà strada; Il mio carattere me lo impedisce.  
 
93. Il Tesoro pubblico sia organizzato sulla triplice base della probità, dell'economia e del credito nazionale.  
 
94. Se per governare la Repubblica fosse necessario trasgredire i comandamenti della Chiesa, oggi mi ritirerei a vita privata.  
 
95. I più grandi nemici della nostra indipendenza sono la licenza, la demagogia e l'anarchia.  
 
96. Le vittime della miseria sono gli strumenti dell'anarchia.  
 
97. Il coraggio è onnipotente, quando riceve il suo vigore dall'onore, la sua spada dalla giustizia e il suo slancio dal patriottismo.  
 
98. Soldati, vi comando di marciare verso la vittoria!  
 
99. L’Ecuador ha bisogno della collaborazione di tutte le volontà per produrre forza; l'unione di tutte le intelligenze, per realizzare la nostra rigenerazione.  
 
100. Dio non muore!  
 
Fonte: Istituto Nazionale Garciano dell'Ecuador Offset Printing Abad CIA. Ltd.  
Prima edizione- 1966  
Tratto da: efemerides.ec  
Fonte  
 
2024-05-01
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